INCHIESTA

Zac7 - Il giornale del Centro Abruzzo

20322

Operazione chirurgica

Ecco come saranno gli ospedali del Centro Abruzzo dopo la riorganizzazione della rete sanitaria

Documento senza titolo

di Patrizio iavarone

Il commissariamento
Il Piano diventerà operativo a partire da dicembre di quest’anno, in attesa del via definito del tavolo di monitoraggio che il prossimo 19 luglio dovrebbe sancire, anche tecnicamente, l’uscita dal commissariamento della sanità abruzzese. Un obiettivo per raggiungere il quale sono stati chiesti enormi sacrifici al sistema regionale e tra questi, inevitabili, anche ai tre ospedali che fanno riferimento al Centro Abruzzo.

Sulmona
All’Annunziata le unità operative complesse (quelle con primario) saranno 5 a fronte delle attuali 10, le unità operative semplici saranno invece 13 di cui 11 dipartimentali (con maggiore autonomia), a queste vanno aggiunti poi 6 servizi. In particolare le Uoc saranno Cardiologia con 11 posti letto (-2), Chirurgia generale con 22 posti letto (-2), Medicina generale con 23 posti (+2), Ortopedia a traumatologia con 26 posti (+2) e Lungodegenza (che prima era dipartimentale con 20 posti letto mai attivati) che avrà 15 posti letto. Perdono il primario il reparto di Neurologia che diventa unità semplice ma che guadagna la Stroke Union (importante presidio della rete Ictus) e 9 posti letto per un totale di 10 e le restanti 4 ex Uoc che diventano dipartimentali: Ginecologia che mantiene i 16 posti letto in attesa che si definisca con il ministero il destino di Ostetricia; Terapia intensiva con gli stessi 8 posti; Urologia che di posti ne perde 3 (attestandosi ad 8) e Radiologia. Tra le Uosd ci sarà poi Chirurgia diagnostica ed endoscopica, Medicina e chirurgia di accettazione ed urgenza, Oncologia (2 posti), Pediatria (7), Emodialisi, Direzione sanitaria di presidio, Laboratorio analisi. Come unità semplice resta Oculistica che prima era dipartimentale e che perde 1 dei 2 posti che aveva. Trasformate in un servizio, da unità dipartimentali che erano, saranno poi la Medicina nucleare (che a Sulmona i verità da tempo funziona una settimana al mese) e Diabetologia, mentre sparisce del tutto da dipartimentale che era Nefrologia. Gli altri servizi saranno quelli di Otorinolaringoiatria (che perde gli unici 3 posti), Anatomia e istologia patologica, Farmacia e Servizio trasfusionale. Neonatologia conserva 2 posti senza unità operativa e altri 2 posti letto saranno garantiti al Repartino per i detenuti, per un totale di 162 posti letto, di cui 150 ordinari e 12 diurni. Attualmente Sulmona ha attivi 146 posti letto, a cui andrebbero aggiunti i 18 mai attivati della Lungodegenza.

Castel di Sangro
Il presidio di Castel di Sangro resterà per modo di dire un ospedale, pur mantenendo il Pronto soccorso. La sua esistenza in vita è stata ritenuta necessaria essendo zona di confine ovvero di area disagiata (come Penne). Così delle 4 unità operative complesse che aveva (Cardiologia, Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza, Medicina generale e Radiologia) sopravviverà solo Medicina genarle che passerà dagli attuali 19 ai futuri 28 posti letto (24 ordinari e 4 diurni). Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza diventerà invece una unità dipartimentale, come sarà anche Diabetologia. Sparisce la Direzione sanitaria di presidio che diventa servizio, come lo saranno Endoscopia digestiva, Ostretricia e ginecologia, Terapia intensiva, Radiologia, Emodialisi, Farmacia ospedaliera e Laboratorio analisi. In tutto i posti letto passeranno da 39 a 32: ai 28 di medicina generale si aggiungono infatti 2 di Ortopedia (che ne aveva 8) e 2 di Chirurgia generale (che ne aveva 12).

Popoli
Il Santissima Trinità di Popoli, dei tre, è quello ad essere maggiormente ridimensionato. Il pronto soccorso sarà sostituito da un punto di primo intervento (un’ambulanza in pratica), mentre le tre unità operative complesse verranno in parte trasformate in unità semplici con ciascuna 8 posti letto (Chirurgia generale e Ortopedia e traumatologia) e in parte in servizi (Medicina generale che perde così i suoi 20 posti letto). La Chirurgia sarà dotata anche di una unità dipartimentale (quella endoscopica), anche se i posti letto, che da 10 diventano 8, saranno per la generale (4 ordinari e 4 diurni). L’altra unità dipartimentale sarà quella per la Lungodegenza con 15 nuovi posti letto. In tutto i posti letto passano da 40 a 31 di cui 24 ordinari e 7 diurni. Poi i servizi, 8 in tutto: oltre a Medicina generale, Anestesiologia e terapia intensiva post-operatoria, Radiologia, Nefrologia e dialisi, Farmacia ospedaliera, Laboratorio analisi, Oncologia (senza posti letto) e Medicina trasfusionale e ambulatorio ematologico.

Per dirla tutta
C’è una casella che resta in sospeso nel piano di riorganizzazione dell’Annunziata, ed è quella del punto nascita. Nel documento inviato al ministero, infatti, la voce Ostetricia, sempre in tandem con Ginecologia, è sparita dalle carte. Sulla carta, però, restano i 16 posti letto assegnati (che per la sola Ginecologia sarebbero troppi), così come resta lo stesso codice operativo (il 37, nello specifico) che definisce la tipologia di intervento. Insomma Ostetricia (che è il punto nascita) c’è ma non si vede, o almeno sperano dalla Regione che al tavolo di monitoraggio non lo vedano, perché quelli del ministero il punto nascita di Sulmona vorrebbero chiuderlo, anzi, insieme a quelli di Atri, Ortona e Penne, lo considerano in un certo senso già chiuso. La strategia è quella di arrivare al 19 con un profilo basso, uscire dal commissariamento e poi vedersela in casa, ovvero tra i banchi della Regione. Perché la salvaguardia del punto nascita riesca, al di là delle strategie con il ministero, è necessario però che si torni ai numeri di una volta, almeno sopra i 400 parti l’anno. La partita, quindi, ora si gioca soprattutto con la direzione aziendale che su Ostetricia a Sulmona deve investire in personale e strumentazione.


postato il 15/7/2016

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