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Il tandem della Fondazione



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I cavalieri non saranno contenti, anche se prima o poi la “giostra” doveva finire. Quella dei soldi, tanti (60mila solo lo scorso anno), che la Fondazione Carispaq ha elargito negli ultimi sei anni al torneo cavalleresco di Sulmona. Non che ora se ne dimenticherà, ci mancherebbe: tra compagni ci si dà sempre una mano e poi il presidente emerito ha solo cambiato poltrona, spostandosi in quella della cosiddetta “società di scopo” (non è chiaro quale, lo scopo) e non ha certo abbandonato la stanza dei bottoni. Perché in fondo la ruota gira, come una giostra appunto, e oggi tocca a me, domani a te, dopodomani ancora a me. Sempre nel feudo Socialista, comunque. Sta di fatto che ora il portafoglio della Fondazione, che vale 2 milioni di euro, 600mila circa per Sulmona come da manuale Cencelli (45% all’Aquila e il resto tra Avezzano e Sulmona), non sarà più nelle mani di Mimmo Taglieri, ma in quelle di Armando Sinibaldi. I due compagni dal garofano sempre verde (o rosso, fate voi), si sono infatti passati la staffetta della vice presidenza che va a Sinibaldi dopo essere stata di Taglieri e prima ancora di Sinibaldi. Armando, ex vice sindaco e assessore al Comune di Sulmona, ha fatto il suo passaggio nel purgatorio del Cda della banca, per tornare poi illibato a riprendere il mandato (che non può essere rinnovato per tre volte di seguito). Lui è però di quelli più interessati “allu pallon” e con i proliferare di società di calcio concorrenti in città ci sarà solo l’imbarazzo della scelta. Altro che cavalieri, che sì continueranno ad avere il loro contributo, ma insomma c’è da presumere che non sarà più così consistente come lo è stato finora. Senza che questo, tra l’altro, abbia portato a sanare le casse della Cavalleresca che, anzi, rimane a rincorrere i debiti. Che sia un bene o meno, questo, dipende dai punti di vista: che sia quello in pantaloncini o in abito d’altri tempi; di certo quel posto in Fondazione rappresenta una rendita di posizione anche politica. Un super assessorato con un portafoglio che un inquilino di palazzo San Francesco se lo sogna. Sarà per questo che, nel palazzo, assessorati e vice presidenze della Fondazione vanno in tandem. Meglio se tramandati di padre in figlio o di padre in figlia. Taglieri Mimmo e Luisa, nell’era Ranalli, Sinibaldi Armando e Mario in quella Casini. Come ai tempi della giostra e del Medioevo, appunto.
Grizzly


postato il 15/7/2016

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