CRONACA

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20067Sulmona

Il "riordino" colpisce anche la Chiesa, disposta la soppressione della diocesi Sulmona-Valva

Vescovo e parroci scrivono a tutti gli organi competenti proponendo alternative, ma si dicono pronti ad azioni forti

Documento senza titolo

Dopo il tribunale, l’ospedale, vari uffici e servizi adesso il “riordino”, termine che fa raccapricciare i capelli in Valle Peligna, colpisce anche la chiesa. Il Papa, infatti, ha disposto quello delle diocesi al di sotto dei 90 mila abitante e, neanche a dirlo, anche quella di Sulmona-Valva è in odor di soppressione. La cosa, naturalmente, non è andata a genio né al vescovo Angelo Spina, che la presiede, né a tutti i parroci che vi operano, anche divisi in più parrocchie.
E’ partita così la lettera a tutti gli organi ecclesiastici competenti per scongiurarne la chiusura facendo leva, ovviamente, anche su un “disegno politico” che ha impoverito il territorio e “che lo sta rendendo sempre più periferia geografica e soprattutto periferia esistenziale- si legge nella missiva-. Ma non dobbiamo avere particolare cura, il Santo Padre ce lo raccomanda continuamente, delle periferie?”. La diocesi Sulmona-Valva non si risparmia e presenta un quadro del territorio preoccupante e veritiero: “Questo territorio trascurato e dimenticato manca di lavoro e le nuove generazioni, prive di speranza, sono costrette a trovare fortuna altrove. Da qui il calo demografico. Territorio povero il Centro Abruzzo e l’impoverimento si concretizza anche con la soppressione imminente del Tribunale pur con la presenza di un Carcere di massima sicurezza, il ridimensionamento dei Presìdi ospedalieri molti dei quali destinati alla chiusura, con le fabbriche del boom economico dismesse, i loro capannoni vuoti simili a cattedrali nel deserto, con le crescenti sacche di povertà materiale, terreno fertile per la povertà morale. Una volontà politica più giusta, per la quale non esistono figli e figliastri, potrebbe produrre una inversione di tendenza e il ritorno di tanti”.
Inviata la lettera ora bisognerà attendere la risposta, ma i parroci non si rassegnano e nelle peggiori delle ipotesi si sentono disposti anche ad azioni forti. Un compromesso è stato offerto, ossia quella di riunire sotto un solo vescovo le diocesi più vicine, ma a più di questo non sono disposti, anche perché per quella di Sulmona-Valva, presente da 1500 anni, il problema è solo dovuto alla scarsa popolazione, non ci sono, hanno sottolineato nella lettera, problemi economici di nessun tipo.
Tribunale, ospedale, uffici vari o diocesi che sia, il Centro Abruzzo è sempre più bersagliato da riforme che minano l’abitabilità del territorio, quasi a voler creare un deserto di cui disporre a proprio piacimento. “Disegno” contro il quale le coscienze di chi vi è legato devono assolutamente svegliarsi riprendendosi quel patrimonio dalle mani di chi, ingordo, vuole sottrarlo.

s.pac


postato il 6/6/2016 alle ore 18:36

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