“Poi c’è una specie di Armageddon a Sulmona, dove scompaiono dai radar centrodestra e M5S, ridotti a meno di un diritto di tribuna. Tutta la rappresentanza politica viene presa dalla giovane e vincente Annamaria Casini e dall'esperto e consolidato Bruno Di Masci: insieme assommano oltre il 70 per cento dell’elettorato”. Così il presidente della Regione Luciano D’Alfonso commenta le elezioni di Sulmona, comunque “sono io il vincitore” fa capire, anche se a Sulmona non ha messo neanche piede per la campagna elettorale. E neanche il simbolo del suo Pd. Come al solito, insomma, ognuno è vincitore al termine di uno spoglio elettorale, affidando alle retorica e ai giochi di logica e parole, la sua gratificazione politica e personale.
Chi a Sulmona l’ha vissuta la campagna elettorale, però, sa che non è così, perché tanto nella coalizione della Casini che in quella di Di Masci, ci sono pezzi consistenti della destra e del centrodestra. Anzi, se vogliamo, il risultato ottenuto dalla Casini deve suonare per Big Luciano come un campanello d’allarme, perché Gerosolimo, che finora a D’Alfonso lo ha fatto tribolare, ha rafforzato la sua posizione nel panorama politico regionale. Anche in vista delle prossime candidature alla Camera.
Fantasia per fantasia, e anche per par condicio (vista la mappa che abbiamo fatto ieri se vincesse la Casini), così, è giusto ipotizzare anche cosa accadrebbe in caso di vittoria di Bruno Di Masci. Sempre a bocce ferme e sempre ipotizzando che non ci sia nessun apparentamento.
In maggioranza andrebbero Gianluca Petrella, Antonio Di Rienzo e Laura Pecilli per “Sulmona che vogliamo”; Fabio Ranalli e Simone Tirimacco per “Bruno Di Masci sindaco”; Francesco Perrotta e Guerino Mangiarelli per “Sulmona Viva”; e poi Donato Di Cesare (Forza Sulmona), Enea Di Ianni (Il popolo di Sulmona) e Giovanni Salutari (Sulmona città territorio).
All’opposizione, invece, ci sarebbero Annamaria Casini, Luigi Santilli (Sulmona al centro), Fabio Pingue (Avanti Sulmona), Andrea Ramunno (Adesso Sulmona), Mauro Tirabassi (Alleanza per Sulmona) e Alessandro Lucci (Sbic).
C’è un’altra ipotesi, però, e neanche così remota: se dal riconteggio delle schede le liste della Casini dovessero guadagnare una manciata di voti in più (una settantina), arrivando cioè alla soglia del 50%, allora in caso di sconfitta al ballottaggio si procederebbe con l’elezione secondo il metodo proporzionale. A quel punto il consiglio comunale Di Masci ter, sarebbe davvero difficile da gestire e così composto: Annamaria Casini, Andrea Ramunno, Luigi Santilli, Alessandro Pantaleo, Roberta Salvati, Mauro Tirabassi, Angelo Amori, Fabio Pingue e Katia Di Marzio per “Noi per Sulmona”, Alessandro Lucci per Sbic, Elisabetta Bianchi per Forza Italia e “in maggioranza” (si fa per dire) Antonio Di Rienzo, Gianluca Petrella, Francesco Perrotta, Fabio Ranalli e Simone Tirimacco. In pratica una maggioranza di cinque consiglieri su sedici che porterebbe o a un’amministrazione di salute pubblica o più verosimilmente al ritorno alle urne già la prossima primavera.
In attesa dei conti scheda per scheda, altre fantasie albergano negli sfidanti al ballottaggio e cioè quelle di possibili apparentamenti. La macchina della diplomazia è già all’opera, tra promesse di assessori e patti di sangue. I più desiderati, ovviamente, i 1756 voti di Sbic, ma anche quelli della Bianchi, di Di Giandomenico e persino di Sel.
postato il 7/6/2016 alle ore 20:56